Steve Jobs e il progresso tecnologico (e me)

Stasera Apple, nel pieno rispetto della (sua) tradizione, ha rinnovato la sua linea di computer "consumer": succede ogni anno, prima del favorevole periodo natalizio, di martedì. C'è però stato un grosso strappo alla tradizione: la nuova gamma è stata presentata senza un keynote, quell'appuntamento un po' freak e un po' "community" in cui Steve Jobs segue un canovaccio ormai classico fatto di amazing, boom, one more thing. Dopo un tumore e un trapianto di fegato, Steve era ritornato sulle scene pochi mesi fa, re-suscitando l'entusiasmo dei fan (suoi e dei suoi prodotti) e prospettando un roseo futuro per l'azienda.

Il fatto che un aggiornamento tanto importante sia stato presentato quasi in sordina, cioè aggiornando semplicemente il sito, porta a fare qualche riflessione: un keynote senza Jobs avrebbe gettato nel dubbio tutti rispetto alle sue condizioni fisiche. Così ci si è probabilmente tolti dall'imbarazzo. Queste sono mie congetture. Magari si è semplicemente deciso che così è più comodo, economico e moderno.

Tutto questo preambolo per una riflessione personale: uno Steve in cattive condizioni di salute, magari prossimo al giorno fatale, mi mette addosso una grande tristezza. Lo sconforto di molti appassionati di tecnologia come me (e come Jobs), che guardano sempre al domani in vista del nuovo sviluppo della tecnica informatica o tecnologica.

Un giorno dovremo tutti abbandonare la rincorsa al futuro. Qualcuno si stanca prima, qualcuno perde interesse, qualcuno ne è costretto dalle circostanze. Ci sarà un giorno in cui anch'io mi dovrò "fermare". E non poter vedere che cosa ci riserva il futuro è uno dei crucci più grandi che non potrò constrastare.

Lunga vita a Jobs e alla sua, e di molti, voglia di vedere e creare e godere del futuro.
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