Frizzi & Lazzi [19]

In tanti anni di servizio dietro al bancone e tra i tavoli posso dire di aver capito un paio di cose. Una di queste è che quando si ha a che fare con una persona che si può definire al massimo un conoscente è necessario rispettare le distanze.

Quindi le conversazioni che già di per sè sono ripetitive, svuotate di ogni significato, fatte solo per occupare il vuoto pneumatico che si crea in determinate situazioni - le classiche frasi di circostanza sul caldo e sul freddo, sul pieno e sul vuoto, sul niente e sul troppo poco - devono rimanere tali. E' necessarrio ridurre ai minimi le variazioni sul tema.

L'altro giorno una collega ha chiesto a un cliente, innocentemente: Come va? e lui ha attaccato con un: Non bene perché... bla bla... raccontando un pezzo (non bello) della sua vita. Ci siamo quasi rimasti male. La risposta corretta e doverosa è: Abbastanza bene, grazie. E tu? Così, secca, stupida e inutile. Punto.

Tutte le menate sul barista confidente sono robe da film, da romanzo o da fiction televisiva. Ve lo concedo con il cliente abituale che vi fa compagnia con una birra alle 2 di notte mentre si sta chiudendo. Ma anche lui senza esagerare.

Le puntate precedenti di Frizzi & Lazzi: [18] - [17] - [16]

1 Response
  1. Anonimo Says:

    Parole sante Limo...
    e il discorso delle distanze dovrebbe valere non solo nei bar, ma in tutti gli ambienti dove c'è gente che lavora e gente che non ha un cazzo di meglio da fare che ammorbare il prossimo con le sue chiacchiere...