Libero & Libertà


Potevo astenermi, è vero.
Potevo lasciar scorrere il fiume di parole che è sgorgato da ogni parte, è vero.
Potevo lasciarmi trascinare dallo sciopero dei giornalisti, è vero.

Però, però, però (per andare a pari con le 3 obiezioni precedenti) mi è capitato tra le mani il quotidiano Libero (quasi mi vergono a fornirne il link) diretto da Vittorio Feltri, che non ha potuto esimersi dallo stendere un editoriale-fiume sull'intervento di Berlusconi al convegno della Confindustria tenutosi sabato a Vicenza. Il direttore si lancia in un panegirico popolare al leader del populismo di Arcore che merita di essere riportato in alcuni punti, pochi pochi, non tanto per cercare di controbatterli, ma per esporli al pubblico ludibrio (aiutando la tiratura del suddetto quotidiano che non è certo d'alto livello).

Miracolo, miracolo. Silvio è risorto: l'inizio è da riportare se non altro per cercare di comprendere lo spirito che anima il pezzo.
Uno spettacolo. Altro che lo spento burocrate di governo (...) costretto a recitare il gloria e a osservare regole e regolette imposte dalla commissione di vigilanza su richiesta del Coniglio Romano: evito ogni commento sull'epiteto rifilato all'avversario (da signor Feltri, non certo dall'Onorevole Presidente del Consiglio, perché siamo in campagna elettorale e ogni trucchetto (anche spicciolo, banale e infantile come questo) è concesso. Però (ancora!) l'insofferenza di Berlusconi per le regole è palese, ed è sintomo di tutta il suo operato. Lui non ce la fa. Lui è superiore. Lui deve fare quello che vuole (e che gli è più congeniale). Lo ha fatto negli affari (altrimenti non si capirebbero tutti quei processi intentati alle sue aziende per i reati più disparati: corruzione, abuso, concorrenza sleale, etc...), lo ha fatto nella politica (altrimenti non si capirebbero tutti quei condoni applicati dal suo governo pronti a giustificare in primis le sue aziende che ne hanno ampiamente usufruito e poi anche gli altri), lo sta facendo in campagna elettorale. Lui non ce la fa. Perché mettere briglie a un cavallo scatenato? Lasciamolo correre nella solitaria prateria, io non mi ci oppongo.
Mia nonn amava ripetere, in odio ai bugiardi, che la più grande astuzia consiste nel dire sempre e comunque la verità. Perché la verità è disarmante, spiazza l'interlocutore, conquista gli animi, conforta. E Berlusconi [...] si è ribellato agli schemi [...] e ha dato la stura a uno sfogo liberatorio: non metto in dubbio che lo fogo sia stato liberatorio, ma, con una frase del genere, oltre a dire chiaramente che gli avversari mentono (e lo posso capire vista la fonte dalla quale scaturiscono queste parole), si ammette altrettanto chiaramente che anche il Cavaliere, prima di sabato, mentiva. La frase significa questo. La lingua italiana esprime così questo concetto (nessuno vieta a Vittorio Feltri di aver inventato una nuova espressività della lingua italiana, ma almeno ce lo spieghi).
Sindacati e padroni sono controparti, non possono essere complici. I ricchi e i poveri possono cantare insieme a Sanremo, ma i loro interessi sono storicamente contrapposti: perché c'è questa visione del mondo in bianco o nero? Non potrebbe essere che le controparti sacrificano ognuno qualcoa pur di farsi del bene a vicenda? Non è proprio possibile che il mondo possa essere popolato da persone, se non proprio intelligenti, almeno con un dignità? E poi se Berlusconi sostiene gli interessi dei ricchi (come ha puntualmente fatto durante l'intera legislatura, favorendo la classe più abbiente, pur ammettendo candidamente di aver fatto del bene a tutta la popolazione italiana (e facciamo finta di credergli, altrimenti ci invia un altro pistolotto elogiatico per posta)).
Ed è innaturale che tutta la grande stampa (di proprietà dei finanzieri, dei banchieri, dei signoroni) si sia schierata con due partiti comunisti, un ex partito comunista, i verdi, i noglobal e compagnia urlante. C'è sotto del marcio. Un intreccio di porcherie che bloccano il Paese: è invece perfettamente naturale. I proprietari dei giornali badano alla cassa, al bilancio della propria azienda, non si preoccupano di quello che scrivono i loro giornali. E così i direttori, gli opinionisti, gli articolisti sono liberi di esprimere il loro punto di vista, che può essere di sinistra (oppure semplicemente contro Berlusconi, mai passato per la mente?) oppure di destra (questo articolo ne è la conferma). Invece il Presidente non può: deve controllare ogni cosa. Perché non ha trasmesso il confronto politico Berlusconi-Prodi in diretta su una delle sue reti (magari mi sbaglio, ma mi sembra che non lo abbia fatto)? Perché lui vuole controllare tutto. Decide tutto delle sue aziende. Non è interessato al risultato finanziario-economico: a 70 anni ha soldi a sufficienza per campare... Io sono verde, nel senso che le centrali nucleari non le voglio (ma vorrei che i soldi destinati alla loro costruzione finanziassero qualcosa di veramente nuovo atto a soddisfare il nostro fabbisogno energetico). Io sono no-global, nel senso che non voglio comprare riso cinese che mi arriva a casa a basso prezzo perché frutto dello sfruttamento (ne mangio volentieri meno pagandolo di più se servisse a evitare lo sfruttamento e magari l'impianto di nuove aziende nel pavese).
Berlusconi ormai non bada più all'aplomb del politico professionale. Predica da imprenditore fra gli imprenditori: allora torni a fare l'imprenditore, io non glielo impedisco di certo. Peccato che alla conferenza che ha assistito all'esibizione salta fuori oggi che ci fossero 300 accrediti dell'ultimo momento (probabilmente quando Berlusconi ha deciso di partecipare ha movimentato tutte le sezioni del nord-est) e si sussurra che non fossero industriali (quello pensano a lavorare e a riposare quando possono) bensì iscriti al partito con una bandiera tricolore nello stemma.
Siamo in testa per quantità di automobili e telefonini, quanto ai computer siamo a metà classifica. Dov'è tutta la miseria che si dice?: bravo Vittorio, hai ben centrato il target degli elettori del Cavaliere Mascarato. Sono proprio orgoglioso di essere nel paese che è in testa per questi due fattori. Per quel che riguarda i computer... non diciamo buffonate, va.
Eccolo il Cavaliere, è di nuovo in forma. Bentornato fra noi. Se non rinunci a essere te stesso, vinci. Altrimenti finiamo tutti insaccati. Mortadelle.: ottima chiusa direttore. A ribadire il tono da fanatico che contraddistingue l'articolo. Pezzo di giornale di bassa lega. Ma proprio bassa bassa. Perché il quotidiano si chiama Libero? Libero da chi e da che cosa? Ah già... libero di poter dire tutte le banalità, le sconcezze, le falsità, le faziosità che si vogliono. Direi che il direttore Vittorio Feltri è proprio lui il furbetto del quartierino: il suo.
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