Laurea & Honoris

Mi passa sotto le mani un articolo in un cui viene detto che Renzo Arbore ha ricevuto una laurea. Diamine, penso, alla sua età chi gliel'ha fatto fare di rimettersi trai banchi (perché i libri non si dovrebbero abbandonare mai). Guardo la sua biografia e vedo che si è laureato in Legge nel 1937 a Napoli. Cavoli, penso ancora, la notizia giunge un po' tardi. Ma poi ecco l'illuminazione: laurea honoris causa? Esatto! Ricevuta il 19 ottobre 2005 dall'Università di Foggia in Lettere e Filosofia. Accidenti a loro, ma possibile che non la diamo a me una laurea senza studiare?

Così, memore di eventi simili accaduti nel passato, mi lancio in una ricerca dei laureati ad honoris con professione musicista (a vario titolo):
- Vasco Rossi, laurea in Scienze della Comunicazione allo IULM l'11 maggio 2005;
- Francesco Guccini, laurea in Scienze dell'Educazione Primaria alle università di Modena, Reggio Emilia e Bologna;
- Franco Battiato, laurea in Lettere all'Univeristà di Catania evitata solo per la contrarietà del rappresentante degli studenti;
- Riccardo Muti, laurea in Scienze della Comunicazione conferita dall'Università La Sapienza di Roma;
- Sting, laurea in musica (?) dalla Northumbria University nel 2003;
- Luciano Ligabue, laurea nel 2004 in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo dall'Università di Teramo;
- Franco Simone (chi cazz'è) nel 2003 in Economia e Tecniche della Comunicazione da nonsochi.

Ricordando che la laurea honoris causa è quella data ai vivi per motivi onorevoli (sic), mentre la laurea ad honorem è per ricordare un celebre defunto, tralascio l'esempio di Valentino Rossi per non farmi cadere ancora di più le braccia.

2 Responses
  1. Anonimo Says:

    Sebbene abbiamo nome e cognome identici, sono in accordo con te solo in parte; ciò che mi turba sono le nuove tipologie di lauree (corsi inventati per dar lavoro a qualche professore in più e progettati col fine di attrarre più studenti possibili e dunque soldi senza molta più attenzione verso le vere esigenze del mercato) piuttosto che le motivazioni che inducono gli atenei ad attribuire lauree honoris causa. Mi spiego meglio: se si decide di creare un corso in Scienze della Comunicazione, come si fa a negare che Vasco Rossi, Monicelli o Alberto Sordi siano stati eccellenti comunicatori durante la loro vita?Sicuramente la stessa cosa vale per molti altri personaggi (Mike Bongiorno?, Bruno Vespa?)ma il ragionamento no fa una grinza.Senz'altro da lauree hnoris causa a personalità famose le università guadagnano fama e fanno pubblicità, ma questo è un'altro problema


  2. Anonimo Says:

    Ciao omonimo!

    In realtà il problema era già stato risolto da Platone qualche anno fa... Il filosofo se ne andava in giro interrogando un po' la gente e chiedendo a tutti (specialmente ai sofisti, arroganti e in vista nella società ateniese) in cosa consistesse il proprio sapere. Tutti abbozzavano qualche risposta, ma poi venivano immediatamente confutati.

    Specialmente per i politici c'erano grossi problemi, perché proprio loro, i grandi uomini pubblici della storia ateniese, non erano stati in grado di insegnare ai propri figli il mestiere della politica. Da ciò Platone deduceva che in realtà essi non avevano la conoscenza completa e profonda della propria materia, ma che per qualche ragione essi possedessero delle qualità innate che gli permettessero di essere buoni politici.

    Trasportando ai giorni nostri, non posso negare che Vasco Rossi o Alberto Sordi siano (stati) dei grandi comunicatori, ma ciò non li pone automaticamente in possesso della materia della comunicazione. Hanno qualità innate (o sono stati messi da qualcuno nella condizione di esprimersi in un certo modo) che li aiutano, ma una laurea che attesti la conoscenza della materia la contrinuo a trovare una presa in giro per l'istituzione universitaria, per i professori universitari, per gli studenti che la frequentano (con più o meno impegno e risultati) e, per esteso, per tutta la comunità scientifica in generale.