Incontro


Non sono un viaggiatore. Non mi trovo bene in altri posti che non siano casa mia. Il paese dove sono nato, cresciuto, di cui conosco quasi tutto. Eppure oggi il mondo richiede la mobilità: sono considerati "pezzi da museo" coloro che trascorrono la vita in un unico posto, magari neanche una città ("Con tutto quello che ha da offrire? Come puoi farne senza?).
Di verghiana memoria e liceale memoria (ma forse anche prima) questo passo dalla novella Fantasticheria,
il cui senso mi è risultato chiaro (o forse gli ho solo dato un'interpretazione diversa) solo oggi:

Per altro il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere, mentre seminava principi di qua e duchesse di là [...] questa religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la circondano, mi sembrano [...] cose serissime e rispettabilissime anch'esse.


Mi ha sempre portato una commozione profonda (non voglio fare il sentimentale o l'uomo sensibile, ma purtroppo (o per fortuna) è così) un altro passo famosissimo che ben si adatta a questo sentimento, l'addio di Lucia alla sua casa e alle sue montagne, di manzoniana memoria (giusto per ripetere la forma precedente...):

Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso.

Mi rendo conto di non rispettare alcuna regola di leggibilità con post troppo lunghi e che nessuno avrà voglia di leggere, ma che importa?

Ma ritorniamo in tema... semplicemente con questi pochi versi, (indegnamente) dedicati al mio amato lago e alla mia compagna di vita (per ora... e spero lo rimanga):

Quel giorno d'estate
vi ho fatti incontrare.

Su quel pendio erboso e scosceso
ho mostrato a un amico il viso dell'amore.

Vi siete subito stretti in un abbraccio
donandomi una gioia infinita.

Una stretta di mano segreta.

Tu hai lasciato vagare il tuo ventoso sospiro
fra i suoi morbidi capelli.

Tu hai permesso che nei tuoi occhi
si specchiasse il suo mobile azzurro.

Vi porto sempre con me,
al mio fianco e nel mio cuore.


1 Response
  1. Anonimo Says:

    Grazie amore, sono commossa :sigh: