Notizia & Del giorno

Non si può non scrivere due righe sul fatto del giorno. Sono imprescindibili. Dico la mia: mi dispiace. Non per il fatto che sia stato impiccato uno dei tanti dittatori crudeli e inumani che sono sparpagliati nel mondo. Mi dispiace, ingenuamente, che ci siano persone tanto perfide, bestiali, senza un briciolo di buon cuore, malvagie, assurdamente feroci. Non riesco davvero a capire il motivo per cui esistono. A che pro tanto odio verso la razza umana? Come può nascere un uomo che abbia tanto desiderio di soddisfare dei propri desideri e delle ambizioni personali da macchiarsi di crimini tali verso i propri simili? Non me lo so spiegare.

Piccola nota a margine. L'esito della vicenda era già scritto da tempo nella storia. Solo guardando al caso italiano, ma anche altrove. Un ex-dittatore affidato al giudizio del popolo che da tanto (troppo) tempo aveva sottomesso e barbarizzato non può che finire giustiziato: nel Medioevo, nel 1945 o sullo scorcio del 2006.

Seconda piccola nota a margine. Solo un uomo si è dimostrato eccezionale (e lo dico nel senso di eccezione rispetto agli altri uomini, perché non esiste alcun mio appoggio alla sua figura e al suo operatoe alle sue convinzioni) fino alla fine è stato un certo Adolf Hitler. Lui si è fatto saltare nel suo bunker. Non voleva finire in pasto alle sue vittime. Tutti gli altri, da Mussolini a Milosevic, e per chiudere, Saddam, non hanno avuto il coraggio di scomparire per mano propria. Si sono rintanati in buche o tentavano la fuga sotto mentite spoglie sperando nella clemenza della giustizia internazionale che, pensavano, non avrebbe potuto permettere una fine ingloriosa per una personalità di spicco internazionale. Invece no. Impiccato e oltraggiato in Piazza Loreto o in una segreta della prigione di Baghdad non fa differenza. La fine del topo.

Film & Cuore

Ci sono dei film che hanno un posto speciale nel cuore di ognuno. Nel mio c'è un amplissimo angolo dedicato a Il piccolo diavolo.

Ieri sera la pellicola è stata (ri)trasmessa da Rai1 e il solito sorriso divertito di vedere una scena già rivista cento volte non è mancato. Non manca mai.

Ieri mi sono soffermato sulla scena della cena... zac! le sono entrato dentro!... Matthau era un gigante, Benigni era Benigni, le frecciate alla categoria dei sacerdoti evidentissime, il doppiosenso non mascherato ma mai volgare, gli ospiti a tavola perfetti nelle loro parti (soprattutto l'unica donna del gruppo). Sequenze indimenticabili.

Capodanno & Nerd(s)

Per chi a Capodanno non sapesse ancora cosa fare, consiglio la maratona Star Trek in onda su La7 dalle 21.00 alle 7.00 di mattina.

Una manciata di ore per giungere là dove nessuno è mai giunto prima in compagnia di tutti i personaggi che hanno costellato la (lunghissima) storia di questo telefilm, dalla serie classica di Kirk e Spock, passando per The Next Generation, Deep Space 9, Voyager, fino al prequel Enterprise.

Consigliata a chi ha la testa fra le stelle (e due palle piene dei soliti cenoni/veglioni(bottiglioni).

Morte & Morte

Sol chi non lascia eredità d'affetti / poca gioia ha dell'urna... così riassumeva il suo pensiero della morte e della continuazione della vita oltre di essa il pragmatico Foscolo. Fa sempre piacere sapere che qualcuno ti ricorderà con una punta di nostalgia, quando non di affetto totale.

Quindi credo sia decisamente indicativo il fatto che la lista dei boia volontari per eseguire l'impiccagione di Saddam Hussein sia lunga, molto lunga, lughissima... Quel che si dice lasciare un cattivo ricordo di sè...

Ministero & Banda Larga

Il Ministero delle Telecomunicazione ha istituito il Comitato per la Banda Larga con l'’obiettivo strategico è quello di garantire, entro la legislatura, l’accesso a tutti e ovunque alla banda larga.

Il tutto esplicitato in un elenco di 10 punti (quanto sarà costato e quante persone saranno state impiegate per compilarlo?): lunghissimo, che non ho voglia di leggere e probabilmente inutile.

Tutti con il pallottoliere a contare i giorni fino al 2011? Altra promessa da politico?

Cinema & Home

Oggi ho visto in un negozio il plasma (attualmente) più grande del mondo. Un Panasonic da ben 103 pollici. Avete capito bene, proprio 103 pollici. Dall'immagine potete rendervi conto delle sue dimensioni. Ma vederlo di persona fa decisamente un'altra impressione.

Ovviamente il prezzo era adatto all'unicità del prodotto...

Musica & Headbanging

Non c'è niente da fare. Ci sono alcune canzoni che mi fanno muovere la testa a ritmo, che mi spingono a muovere il corpo in maniera disarticolata quando cammino, che mi rendono ridicolo facendomi imbracciare strumenti virtuali.

Non ho ancora compreso bene la ricetta... perché non dipende dalla velocità del pezzo, dalla sua sonorità, dalla sua strumentazione... o meglio, dipende da tutte queste cose insieme. Troppo difficile creare/trovare delle regole.

Establishment & Trasgressione

E mi rendo conto di quanto sia difficile, al giorno d'oggi, essere trasgressivi. Non è più sufficiente essere, anche solo apparentemente, non conformati all'ambiente che ci circonda. Bisogna esagerare. Sempre di più. Sempre più avanti. Spingersi oltre fino a cadere nel grottesco e nell'esagerato.

Oggi, per esempio, camminavo per la via delle boutique per eccellenza, Via Montenapoleone a Milano, con jeans e bomber e i Metallica sparati a tutto volume nelle orecchie. Non ero per niente trasgressivo. Sembravo un borghese di fronte alle cicatrici invisibili dei liftati che facevano acquisti su lussuose automobili in compagnia di eccentrici ed inguardabili quattrozampe. Io ero rappresentavo la normalità...

Finzione & Libertà

Voglio scrivere un post contro l'attuale schieramento all'opposizione. Quello capitanato dai 3 moschettieri (uno ha preso il volo) che hanno richiamato in piazza centinaia di migliaia di persone per una manifestazione senza senso. Cioè, un senso ce l'aveva, ma come al solito hanno incasinato tutto.

Hanno detto che non voleva essere una spallata al Governo. Salvo poi chiedere a Prodi di andarsene a casa. Hanno detto che i Governi cadono in Parlamento e non in piazza. Salvo poi proclamare come forsennati che il popolo italiano lì radunato non gradiva questo Governo (che doveva andarsene a casa).

Ma non voglio fare una contestazione politica. Soltanto ideologica.

Questa riflessione quasi banale, ma lucida, tagliente e chiarificatrice nel mettere a nudo le contraddizioni di un Polo che annaspa alla ricerca di un nuovo motivo di riscossa è stata la mia ragazza, stamattina presto, con un plumcake mezzo immerso nella tazza di latte.

Libertà! Libertà! Libertà! Libertà! Libertà! Urlano a squarciagola.

Però se uno vuole morire per motivi forse giusti o forse sbagliati, ma di certo non banali, non può farlo. Non è libero. È un cittadino che non merita risposta dal tribunale incaricato di seguirne il caso.

Però se uno accampa qualche pretesa di riconoscimento giuridico del proprio stato (o scelta o obbligo psicofisico) di omosessualità, forse giustamente o forse erroneamente non può farlo. Non è libero. È un cittadino che deve farsi curare, altro che scendere in piazza con vestiti trasgressivi.

Però se uno vuole fumare erba, una sostanza che probabilmente fa danni altrettettanto gravi e letali (non credo alle panzane dei sedicenti medici che dichiarano il contrario) dell'alcool, della nicotina e di alcuni medicinali non può farlo. Non è libero. È un cittadino che va criminalizzato come o più di chi commette reati contro altre persone quando, in fondo, è solo uno stupido che fa del male a sè stesso.

Libertà! Libertà! Libertà! Libertà! Libertà! Urlano a squarciagola.

È questa la libertà che vogliono farci credere di dare? Oppure cercano di vendere la prospettiva che sarai libero di fare il furbo evadendo le tasse, che sarai libero di cercare sotterfugi per sfruttare un imminente condono, che sarai libero di creare società all'estero per scappare al fisco, che sarai libero di guadagnare legalmente di più (perché è solo per questo che hanno il terrore di vedere equiparare le tasse sui prodotti finanziari) investendo soldi in Cina o in Nicaragua o in Brasile attraverso qualche giro di bond-azioni-futures piuttosto che impiantare una fabbrica a Milano o Bologna?

È questa la libertà di cui andate cianciando?

Architetti & Metropoli

Gli italiani sono un popolo di navigatori, poeti, santi e... conservatori. Conservatori nel senso peggiore del termine, cioè gente che odia e rifugge l'innovazione (sia essa tecnologica oppure di qualsiasi altro tipo).

E così nelle nostre città e nei nostri paesi cerchiamo di allontanare gli estetismi che suonino come troppo moderni i nostri occhi. Meglio l'ennesima e scontata piazza con il busto di Garibaldi piuttosto che rischiare qualcosa di nuovo che rischia di non intonarsi con il finto palazzo neoclassico ottocentesco.

Eppure altre città nel mondo si fanno vanto della propria modernità. Due casi su tutti. Barcellona si rinnova, con strade, piazze e monumenti che sono un inno alla contemporaneità pur essendo una città con una storia alle spalle. New York, che di storico in senso stretto ha ben poco da offrire, delizia i suoi visitatori con gli ardori della moderna scienza edilizia.

Tutto questo mi è saltato in mente di nuovo nel momento in cui in una trasmissione radiofonica il conduttore ha chiesto all'ascoltatore al telefono, dichiaratosi architetto, se si occupasse di interni o esterni. Quasi stupito, ha risposto: Ma a Milano cosa pensa che faccia un architetto? Ovviamente si occupa quasi esclusivamente d'interni. Le modifiche esterne sono troppo vincolate oppure non volute dagli stessi proprietari/inquilini.

Italiani, un popolo di conservatori.

Scala & Prima (1871)

È tornata l'Aida a Milano. È tornato Verdi per la prima della Scala. Successo di critica e pubblico: un gonfiarsi di petti (maschili, quelli femminili erano già gonfi abbastanza, vero Donatella (inguardabile)?), sguardi e sorrisi compiaciuti per aver assistito a uno spettacolo e al tempo stesso essere stati attori della commedia della prima trasmessa da ogni emittente pubblica e privata, uno slancio rapace verso i microfoni tesi dai giornalisti all'uscita per raccogliere pareri di incompetenti danarosi (vedremo nei prossimi giorni i pareri dei veri melomani che si potranno permettere di seguire le repliche).

Tutti a lodare la grandiosità dell'allestimento di Zeffirelli, lo spreco di dorature e comparse, la magnificenza dell'eccesso e dell'esagerazione. Meglio la musica pop a questo punto: se gli U2 o i Rolling Stones fanno un tour grandioso ma povero di sostanza e di interpretazione qualcuno lo fa notare che dietro la patina di grandeur c'è un gruppo stanco e demotivato.

Invece questa fresca opera del 1871 è sempre interpretata con gioia, passione, sentimento, preparazione. Sarà vero?

Sarebbe come se cinema riproponessero sempre Quarto potere o Il gabinetto del dottor Caligaris. Belli e significativi, autoriali e di spessore... ma non si può fare altro?

Milano & Ponte

I milanesi odiano la loro città. O almeno così sembra agli occhi di un forestiero. Appena intravedono la possibilità di lasciarla per anche solo due gioni, cominciano ad essere impazienti, fremono, si muovono a scatti come per affrettare il tempo che passa.

E oggi l'occasione è molto forte: addirittura 4 giorni di ponte! Non capita proprio tutte le settimane. Da stasera, anzi, da oggi pomeriggio, si formeranno torpedoni di automobili sulla A4, sulla A9, e in generale su tutte le arterie che escono dal capoluogo.

Scena topica: stamattina, ore 7.30, esco in auto. Il tempo è inclemente: pioggerellina fastidiosa e persistente, freddo non proprio invernale ma di certo non primaverile, il sonno che appesantisce le palpebre, il traffico che aumenta a dismisura come tutte le volte che piovono due gocce d'acqua (chissà se è vero (o è una coincidenza) e perché)... e che ti vedo? Il pater familias che carica sul tetto della station wagon le due paia di sci che domani scivoleranno... sull'erba delle montagne lombarde.

Già me li sento prima di scendere: "Ué. Dai che oggi esco prima dal lavoro così li freghiamo tutti! Stasera siamo già in albergo/seconda casa e domani, all'alba, usciamo per andare a sciare. Quattro giorni di montagna ce li godiamo proprio!"

Primo: non fregherà nessuno perché dalle 14 saranno già tutti in coda.
Secondo: la neve non c'è da nessuna parte (ancora).
Terzo: i quattro giorni diventano due di pioggia in cui si sta in casa davanti al camino e due di passeggiate sull'erba e sul fango delle montagne inzuppate di pioggia o di fanghiglia di neve appena accennata che soccomberà sotto i piedi dei migliaia di turisti che la prenderanno d'assalto.
Quarto: sei un pirla. Goditi quattro giorni di vero riposo senza incasinarti (e incasinare gli altri) sulle strade spendendo mezzo stipendio.

Industria & Numeri

Son conscio del fatto che è tutta una s**a mentale senza senso, ma se penso che la Ferrari (intesa come industria di automobili) produce supperggiù 3/4000 veicoli (o opere d'arte in movimento) all'anno, l'industria che produce gli stuzzicadenti, quanti ne sfornerà? E i produttori di graffette? E i produttori di anellini salvabuchi? E i fabbricanti di post-it?

Mi gira la testa...

Piazza & Urla

Io no ho bisogno di urla. Nessuno deve urlarmi nelle orecchie per spiegarmi le cose. Sono abbastanza intelligente (almeno credo) per capire le cose senza che si utilizzi la retorica politica gridata in un microfono. Un grido al limite della rottura della voce.

Eppure Berlusconi urla fino a rischiare un nuovo crollo. Fini urla come un indemoniato. Casini, da Palermo, urla come un isterico combattuto tra l'appartenenza e la voglia di smarcarsi. Ora tocca a Bossi, che ha sempre urlato e che non riesce più a farlo.

Lo so che Prodi sembra un babbeo, ma i suoi avversari mi spaventano. Mi vogliono imporre la libertà Quella libertà che, stando a quello che dicono, non c'è più.

Cercate di convincermi con le parole, non con gli slogan e con voce strozzata: se non avete un impianto audio adeguato fate un paio di telefonate e sarete serviti.

Ah... uno Stato basato sulla religione cattolica e sulla naturale unione di uomo e donna nella famiglia non è più possibile. In nessuna parte del mondo. Tanto meno in un paese democratico.

Ministri & Punti di vista

Spesso pensiamo che i politici non sappiano di quello di cui stanno parlando. Spesso pensiamo che parlino tanto per fare. Spesso pensiamo che prendano decisioni senza sapere i risultati che avranno. Spesso portano avanti iniziative che non sanno neppure se sarà possibile realizzarle.

Questo è il caso del ministro Fioroni che, in merito alle problematiche dei videodi pedofili e di aggressioni di vario tipo collegate ad episodi di cronaca (bianca?) recenti, ha proposto di fermare quel mostro che è la rete! (parole mie di riassunto del suo pensiero).

Ecco questo estratto di un'intervista per
La Stampa:

Ministro, piovono critiche in Rete da quando lei ha auspicato con urgenza «un giro di vite su Internet»: può spiegarsi?
Intendo tutelare i minori dall’accesso a tutto ciò che possa danneggiare la loro formazione e il loro sviluppo. ... Una regolamentazione è un prerequisito di civiltà e spero che l’Italia per una volta possa diventare di esempio.
Lo sa che nemmeno gli Usa hanno una norma simile? Che il governo Bush ha provato a chiedere a Google l’elenco dei suoi utenti per individuare i consumatori di pornografia online e Google ha detto «no, grazie»?
Mi risulta che ci siano altri Paesi invece che sono riusciti a ottenere fior di filtri.
Intende la dittatura di Pechino?
Sì, anche se i nostri obiettivi sono diversi dai loro: non la libertà d’espressione, ma il rispetto del nostro principio costituzionale di libertà senza danneggiare la libertà altrui.
Ma a quanto pare nemmeno in Cina i filtri funzionano davvero: gli esperti dicono che, ammesso che sia giusto filtrare, per la natura senza confini di Internet è impossibile applicare tali controlli. Meglio educarli, i ragazzi.
Dire che è complicato suona come una scusa. Non mi chieda come si fa: io penso a porre il problema, saranno i tecnici a trovare la soluzione.

Ma come si fa a prendere sul serio una persona del genere? Vi viene da ridere o da piangere? Ministro dell'Istruzione 'sto qui?

Donne & Vallette

L'umilissima Monica Bellucci ha consegnato a Fabio Cannavaro il tanto agognato Pallone d'oro (quarto italiano della storia ad averlo vinto). Lo avrà fatto con tutta la sua spocchia, con tutta la sua aria da diva, con tutto il suo altezzoso modo di parlare, con tutta la sua vanagloria di finta-attrice.

Però ha comunque svolto il compito che le spetta e che, almeno quello perché fare l'attrice è altra cosa, riesce a fare molto bene: la bella valletta che consegna il premio al vincitore. Qui il premio era importante, è indubbio, ma il senso è quello... (e anche qui ci starebbe bene e le chiacchere stanno a zero, ma ancora una volta soprassiedo alla tentazione).

Frizzi & Lazzi 17

Oggi sono frizzi con un retrogusto amarognolo:

Chi semina raccoglie,
ma chi raccoglie si china ...
e a quel punto e' un attimo ...

Le puntate precedenti di Frizzi & Lazzi: [16] - [15] - [14]

Drugs & Roll

Fondamentalmente sono ingenuo. E per di più, un ingenuo che sa di esserlo. Eppure non riesco a non rimanere spiazzato di fronte ad alcune (piccole) delusioni che non dovrebbero essere tali.

A me piace la musica. Piace in un modo particolare, quasi fisico. Se una canzone, un disco, un artista mi piace, allora ad ogni ascolto provo qualcosa dentro, un sommovimento strano. Insomma, una musica bella (bella in quanto piace ame, sia chiaro) non mi lascia indifferente. E con le parole e con le emozioni.

Moby, dj newyorkese ormai star internazionale, non rientra nel novero dei miei musicisti preferiti. Diciamo pure che non mi piace. Però ricordo vagamente una sua esibizione vista di sfuggita in una replica di un qualche mtv-granderiunionedistilistiefintimusicisti-awards. Sì, forse qualcosa fatto a Barcellona... Moby aveva chiuso la serata, in un tripudio di coriandoli svolazzanti, con un'esibizione che mi aveva davvero impressionato: con la chitarra in mano, con un bel pezzo, con un'energia strepitosa.

Ho pensato (dal basso della mia ignoranza sul genere): Guarda un po' te che grinta quel musicista che l'unica cosa che sa fare è mettere in fila brevi campioni di musica di altri per creare noiose nenie digitali!

Ora, nel numero in edicola di Rolling Stone, leggo un'intervista al sopracitato artista. Beh, dice il piccoletto: Pensavo che l'alcol fosse la cosa migliore sul pianeta e che la degenerazione fosse la chiave della felicità. Dopo gli MTV Awards del 2002 a Barcellona, andavo a una festa e volevo attraversare in macchina la vetrina di un negozio. Ho provato a convincere l'autista dicendo che, a) avrei avuto una bella storia da raccontare e b) il frastuono sarebbe stato fantastico.

Beh, se l'energia che aveva mostrato sul palco era data da delle droghe e quello che gli girava per la testa era davvero quello... tanti saluti piccolo e povero piccoletto pelato. Perché lo so che le rockstar sono così, ma a vederlo scritto così a chiare lettere mi fa male al cuore.

Sai quanta energia avrei io da vendere se fossi al tuo posto?


Milano & Recessione

Lamentarsi è parte integrante del costume nazionale (ma non solo). Però vi invito a fare un giro in centro a Milano: i negozianti sono scorbutici, nervosi, incostanti, ti ignorano. Ma non lo fanno per cattiveria o per poca professionalità.

Semplicemente i negozi traboccano di clienti. Donne con borse enormi escono da negozi piccolissimi. I regali sono fatti in sequenza e con metodo, seguendo una chilometrica lista di conoscenze da mantenere, di rapporti da consolidare, di sentimenti da esternare con discrezione.

Di recessione non voglio sentire parlare (potrei aggiungere e le chiacchere stanno a zero, ma viste le critiche precedenti meglio se soprassiedo).

Volantini & Propaganda

I giochi di parole sono sempre divertenti. E non hanno colore politico. Quindi questo volantino (qui gli altri) approntato per la manifestazione che la Casa delle Libertà ha indetto per il 2 dicembre a Roma (con tanto di shop nel sito creato per l'occasione) mi piace.
È divertente senza essere volgare o troppo lesivo. Poi si può essere d'accordo o meno (io meno).

Milano & Bellezza

Credo sia inutile che qualcuno tenti ancora di farmi cambiare idea. Milano è brutta. Davvero brutta. Quando si esce di casa si cammina a testa bassa, sperando di arrivare il più velocemente possibile nel posto che ci si era prefissati. Si corre dal punto A al punto B.

Non metto in dubbio che Milano sia infarcita di luoghi, merci e idee interessanti, accattivanti e stimolanti. Ma si parla di luoghi ben precisi e delimitati.

Il contenitore di essi è brutto, triste e deprimente. Specialmente sotto la fine pioggerellina autunnale. Le chiacchere stanno a zero.

Non me ne voglia nessuno...

Modelle & Peso

Tema di cui si è soliti parlare soltanto in determinate occasioni. Cioè quando qualcuno ci lascia le penne. Questa volta è capitato a tale Ana Carolina Reston, brasiliana, 21 anni. 1,73 metri di altezza per 40 chili. A me sconosciuta, ma a dire di tutti una delle più fulgide bla bla bla...

E giù tutti a condannare il mondo della moda. Ma nello stesso tempo tutti in fila a decantare le lodi di questa ossuta bellezza: era bella, bellissima [
qui fra i tanti], ma sarà vero? Perché condannare il modello magro eccessivo e poi continuare a chiamare bellissima questa donna?

Brasile & Buonsenso

Io, ma non solo io, spesso mi lamento della mancanza di buonsenso nel mondo. Il buonsenso genuino, quello ingenuo, quello che fa sorridere da tanto è semplice, quello che ci fa battere un palmo sulla fronte come a dire è tanto semplice che non ci avevo pensato.

In Brasile
, a Fortaleza, stato del Cearà, è in atto, per il secondo anno consecutivo (almeno da quello che ho capito), una iniziativa davvero lodevole e degna di essere diffusa: a tutti i bambini che consegneranno le loro armi giocattolo verranno consegnati dei fumetti (qui trovate la notizia che io ho riassunto in una riga).

Lo trovo geniale: invece di lanciare crociate proibizioniste, proibendo la commercializzazione di tali giocattoli, che sarebbero andate a cadere nel vuoto per scarsa efficacia e che sarebbero state accusate di censura, si utilizza la leva dell'educazione.

Due piccioni con una fava.

Il bambino non rimane a mani vuote (certo, le armi giocattolo sono più
interessanti per un bambino, sotto il profilo ludico). Il commerciante di giocattoli non si lamenterà per una misura governativa che avrebbe sentito come costrittiva (non sarà contento della pubblicità negativa che si fa ai suoi prodotti, ma non mi pare che Marlboro & co. siano troppo preoccupati delle etichette inquietanti presenti sui loro pacchetti di sigarette).

Chissà che anche solo un bambino ogni cento venga educato in questo modo... speriamo...

Quotidiani & Informazione

Alle volte mi rendo conto di leggere poco il quotidiano, quel foglio giornaliero che viene sempre preso a misura della partecipazione civile di un Paese (In Italia si vendono pochi giornali... sigh... sigh...), della sua cultura, del suo status di avanzato o meno. Il quotidiano ha un'aura di infallibilità e imprenscidibilità al giorno d'oggi incomprensibile (pur senza negarne il ruolo importante).

Però mi rendo anche conto di essere comunque informato su ciò che accade nel mondo, cioè quello che è veramente importante.

Questa breve riflessione mi nasce da una frase di Howard Rheingold che recita: quel che conta è leggere il quotidiano o essere informati indipendentemente dal mezzo?

Frizzi & Lazzi 16

Sapete come ride un chicco di caffè?
...
Hag! Hag! Hag!


Le puntate precedenti di Frizzi & Lazzi: [15] - [14] - [13]

Informatica & Aspirazioni

Io non sono un estremista integralista. In nessun campo e per nessuna bandiera. Nel campo informatico da qualche tempo mi sono avvicinato al software free/open source, un po' per convenienza monetaria, un po' per reali vantaggi di stabilità e sicurezza, un po' perché credo veramente che la condivisione delle risorse software e degli strumenti informatici standard siano un vantaggio per tutti.

Quindi, quando posso, uso Linux o, al limite, Windows ma cercando di utilizzare tutti gli strumenti open source che esistono per esso.

Purtroppo nel lavoro ho spesso dovuto piegarmi a regole scritte da altri (scelte che non hanno alcun rilievo negativo, ci mancherebbe, ma che sanno di ristrettezza mentale): e così gli articoli al giornale dovevano essere inviati in formato MS Word, le presentazioni in MS PowerPoint, etc...

Quando oggi, sulla barra del computer, mi sono trovato aperti Ms Word, Ms PowerPoint, Ms OutLook, Ms Excel e Internet Explorer... beh, mi stava venendo un colpo!

Film & Cliché

Ci sono alcune cose che nei film mi fanno impazzire (nel senso che mi fanno un po' arrabbiare e un po' sorridere). Sembrano retaggi di un passato che non vuole mai morire, che si prolunga dalla letteratura, dalla pittura e dai racconti orali che perdono nell'arcano passato le loro radici.

Per esempio: perché diavolo in film horror l'assassino (o mettete voi l'abominio protagonista della pellicola) deve per forza camminare lentamente, pesantemente, come uno zombie incosciente, mentre la vittima corre a gambe levate senza riuscire a salvarsi?

Se la scena si svolge in locali chiusi, colui che fugge troverà sempre l'ultima porta chiusa a chiave: ecco quindi che il maniaco potrà raggiungerla semplicemente con la sua camminata serafica,

Se la scena si svolge in un luogo aperto, allora il killer avrà il potere di apparire magicamente di fronte alla vittima anche a centinaia di metri di distanza: potrà così permettersi, ancora una volta, di muoversi a velocità di bradipo senza il rischio di perdere contatto con la preda.

Capisco che ogni genere cinematografico abbia degli standard (così come la musica) su cui gli sceneggiatori si cimentano per creare storie sempre nuove ma senza discostarsi troppo dai lavori precedenti. Però alla lunga stanca, no?

Life & News

I'm on stage... no, non così (purtroppo).

Status & Simbol

Esistono diversi oggetti che devono la loro esistenza, più che a una reale neccessità o a una superflua esistenza, al valore che trasmettono di fronte al resto della società.

Uno di questi oggettini dallo smisurato potere è la
carta di credito, che ha un potere reale o apparente dato dal conto in banca che sta dietro ad essa, che la copre. Eppure esistono delle carte di credito esclusive che posseggono un valore in sé stesse, proprio perché spia di una rosea situazione finanziaria: le famigerate carte oro o platino, esibite con gesti autocontrollati e studiatamente indifferenti in film e negozi di prestigio.

Ma esiste di più. La cima non è ancora raggiunta. Il massimo è l'American Express Centurion: la denominazione è già di per sè tutto un programma. La pagina che ne descrive il valore aggiunto dato dai servizi che offre è poesia pura:

Centurion Card viene rilasciata solo su invito dell'emittente American Express: viene offerta solo su invito personale ad un ristretto numero tra i migliori Titolari.

Si tratta di persone molto diverse l’una dall’altra: dirigenti, imprenditori, personalità della politica, dello sport e dello spettacolo. Persone molto selettive ed attente, alla continua ricerca di esperienze uniche, abituate a pretendere il meglio, ovunque si trovino.

Certo che mettere insieme politici e sportivi mi pare una caduta di esclusività... Lascio a voi la lettura di tutta la pagina con gli altri servizi esclusivi (termine mai abbastanza abusato per far colpo sul potenziale tesserato), ma mi soffermo sul finale. Vengono riportati, cito, alcuni storie in cui il servizio esclusivo di Centurion ha fatto la differenza (giuro, giuro che alcuni storie è scritto proprio così, un banale errore per presentare l'articolo più esclusivo del mondo (o per lo meno di quell'azienda)): storia che però mi fanno solo provare, alternativamente, tristezza e sorrisi ironici, pur non mettendo in dubbio che potrebbero essere esempi reali.

Un Titolare di Carta Centurion dovendo iscrivere il proprio figlio a un corso per conseguire l’MBA negli Stati Uniti ha potuto fare a meno di produrre documentazione ed effettuare assicurazioni ad hoc, semplicemente riferendo all’istituto americano di essere Titolare di Carta Centurion, e ricordano tutte le coperture assicurative già comprese nella carta e i cui benefici sono estendibili anche ai propri familiari.

Un titolare Centurion ha chiamato alle ore 19,00 da un treno diretto a Berna per ordinare una bottiglia di champagne, inquanto non era disponibile nella carrozza ristorante e non c’era abbastanza tempo alle fermate previste di scendere e acquistarne una. Il servizo Centurion ha contattato un ristorante vicino alla stazione ferroviaria di Zurigo, convinto uno dei camerieri a consegnare la bottiglia; una volta individuato il binario di sosta del treno, il reps del servizio clienti Centurion ha guidato il cameriere con il telefono cellulare, fino allo scompartimento del ciente.

Durante il Film Festival di Venezia – lo scorso anno – una Titolare Centurion ha strappato inavvertitamente il suo vestito da sera, mentre si recava alla serata di gala, con le star del cinema. American Express ha organizzato un motoscafo privato che l’ha riportata in albergo dove già la attendeva una sarta che le ha rammendato il vestito "in tempo reale". Dopo pochi minuti il motoscafo ha accompagnato la cliente al galà in tempo per la cerimonia.

Dai, costa solo 2000€ all'anno, richiedila anche tu!

Milano & Shopping

Mi spingo avanti con sforzi immani a passi sempre più pesanti. Cammino fra la folla rada in pieno centro, buttando un occhio alle vetrine e alle commesse affaccendate dietro ad esse, come pesci in un acquario angusto ma sempre lucido per la soddisfazione del padrone.


Luci bianche e scioccamente inglobate all'interno di inestetiche lampade dalle forme più strane mettono in mostra la merce, disposta su scaffali, cassetti, mobili, ripiani, senza un ordine preciso, senza senso. I clienti si muovono stanchi, con occhi aperti ma immobili, allungando di tanto in tanto una mano per saggiare la consistenza del capo d'abbigliamento.

Ogni ambiente ha una colonna sonora diversa, almeno all'apparenza: suoni elettronici che scompongono il ritmo in multipli e sottomultipli, cori sintetici con intervalli regolari e tranquillizzanti, spruzzate di etnicità multimediale e globalizzata. Musica per non distrarre e insieme accompagnare e sostenere la visita ai piani. 2 piani. 3 piani. 7 piani. Torri di ostentata ricchezza catalogata da etichette a fissare prezzi, taglie, materiali, griffe. Marchi ostentati con imbarazzanti architetture in colori e caratteri improbabili e manifesti maliziosi.

Che fatica la shopping a Milano...

Ansia & Tecnologia

La tecnologia dovrebbe semplificarci la vita. Non complicarla. E molto spesso è così, ma con piccoli effetti collaterali non trascurabili.

Il videoregistratore, per esempio, (ora evolutosi in dvd-recorder e hdd-recorder) è un'invenzione geniale, a cui non potrei più rinunciare: i (tele)film e i programmi interessanti vengono mandati ad orari improponibili (e per me un film che finisce a mezzanotte passata rientra in questa categoria); la prima serata inizia ormai alle 21.30 sfociando in un programma notturno; in tv non passa mai niente di interessante tranne un giorno in cui dovresti guardare contemporaneamente 4 canali; la pubblicità martellante ogni 20 minuti rompe il filo di tensione e di coinvolgimento che la vicenda (con grande fatica) ha creato nel salotto... insomma, una faticaccia.

Ed ecco che la tecnologia ci viene in aiuto con questo splendido elettrodomestico che ci permette di organizzare le serate e saltare la pubblicità. Ma, e un ma c'è sempre, correlata all'uso del videoregistratore c'è una sorta di ansia da programmazione.

Con gli anni i produttori hanno escogitato interfacce sempre più semplificate e usabili: così mentre prima occorreva un mese per capire come far funzionare l'accrocchio, ora bastano un paio di giorni (intensivi!) per prendere confidenza con le icone, i tasti, i menu e le funzioni (perché uno standard è ancora di là da venire). L'ansia di cui parlavo cresce sotto l'onda della preoccupazione di non avere impostato bene i parametri (canale, orario, data). Rimane sempre il dubbio di aver sbagliato qualcosa: che sia l'orario di partenza o il canale o la data, che sia per colpa nostra o del giornale su cui abbiamo rintracciato gli orari, o, tragedia delle tragedie, quando in casa manca la corrente elettrica e tutte le impostazioni saltano (così programmiamo correttamente ma è l'orologio di sistema ad essersi azzerato).

Quest'ansia sale a dismisura in due casi: quando non vogliamo assolutamente perderci l'ultima puntata di qualcosa, oppure quando, in un momento di incoscienza, accettiamo di registrare un programma per qualcun'altro. Non preoccuparti, ci penso io! esclamiamo, in un momento di follia; e quando siamo lontani da casa, certi di aver fatto tutto il possibile per non perdere la faccia di fronte all'amico/amante/ragazza/genitori ci assale il dubbio... il panico... la tensione.

Quando arriviamo a casa, facendo tutti gli scongiuri del caso, ci fiondiamo in salotto... pigiamo il tasto << sperando... di sentire... il nastro riavvolgersi...

Ferraglia & Commozione

Addio. Devo dirti addio, piccolo cuneo argentato. Dopo i 211.000 chilometri che i tuoi vari padroni ti hanno fatto percorrere è ora di tirare un po' il fiato. Svernerai per qualche mese in un garage, per poi finire nel cimitero delle auto, come un'anziana e distinta signora che trascorre i suoi ultimi anni di vita a fissare il vuoto in un ospizio, contenta solo di esserci ancora.

Stasera affronteremo l'ultimo viaggio insieme, cara Y10, l'ultimo tratto di autostrada (a velocità contenuta per non mettere troppa pressione ai tuoi vecchi organi usurati), l'ultimo tratto di strada statale, l'ultima volta che costeggerai un lago scivolando veloce sull'asfalto umido di una notte autunnale.

Ascolterò ancora il soffio regolare del tuo piccolo cuore meccanico in rigoroso silenzio, senza canzoni o stazioni radio a disturbare il tuo modesto pulsare. Non mi hai mai tradito, proprio come una donna d'altri tempi, fedele e modesta compagna di mille spostamenti brevi o lunghi tra i nastri d'asfalto italiani.

Ma è giunto il momento di voltare pagina: Milano non ti vuole più, ti proibisce di sgranchire le sospensioni, dicono che inquini parecchio, più di quel bestione senza storia o sentimento che ci affianca e ci sorpassa; più di quella station wagon prepotente che cerca di infilarsi in uno spazio vuoto mente tu sogghigni amareggiata pensando che noi, io e te insieme, avremmo fatto meno fatica a fare tutto.

Ho un buco allo stomaco mentre ti saluto, mentre ti guardo per le ultime ore. Sei stata l'auto della mia giovinezza, dei miei primi spostamenti. Mai una multa (solo una in verità, ma palesemente ingiusta), mai un capriccio. Da motociclista quale sono mai avrei pensato di affezionarmi anche a una quattro ruote: tu sei riuscita a farmi cambiare opinione.

Addio. Ti conserverò per sempre nella memoria, nel posto riservato alle cose importanti e liete, degne di un ricordo sereno e malinconico. Addio.

Divorzio & Mantenimento

Oggi mi sono ritrovato a guardare Forum su Rete 4. Sì, dai, la trasmissione con i processi in diretta con il mitico giudice Santi Licheri!

La causa di oggi mi ha fatto riflettere sul fatto che le donne si lamentano della non parità dei diritti (che incontriamo nella vita reale, perché per legge non dovrebbe esserci). Solita storia: l'ex-moglie ha dei soldi dall'ex-marito per il mantenimento sua e della figlia. Giusto così, anche se le cifre fanno paura: 750 euro al mese per la figlia e 550 euro al mese per la moglie (oltre alla casa di proprietà). Ma il grottesco si raggiunge altrove: 150 euro al mese per il cane della figlia (un San Bernardo). Totale: 1450 euro al mese. Tanti, tantissimi, e anche se il marito (un semplice negoziante) può permetterseli, mi paiono comunque un'enormità.

Il fatto è che il cane che avevano è morto, quindi il marito ha deciso di sospendere la parte dovuta nell'assegno mensile. La moglie che gli fa? Zac... compra un altro cane e chiede i soldi dovuti (oltre agli arretrati!).

Per inciso, la moglie, attaccata dai cecchini del pubblico, si difende dicendo che cercherà un lavoro non appena finita la laurea in filosofia (ah... età di 37 anni e con una figlia di 10). E il cane serve alla figlia! Quindi il giudice le dà piena ragione, sostenendo che sulla sentenza del giudice c'era scritto che i soldi erano per il cane e non per quel cane.

Quindi che facciamo? Accantoniamo l'idea del matrimonio così com'è oggi intesa dalla legge oppure non ci sposiamo più? Perché avere a che fare con regolamenti del genere mi fa accapponare la pelle...

Frizzi & Lazzi [15]

Per quanto sia difficile, complicato, umiliante e impensabile, rendiamoci conto che pensarla in modo diverso dal nostro non sempre equivale a vivere nell'errore.

Un medico giapponese: "Ma che magnifico colorito giallo abbiamo oggi".

Le puntate precedenti di Frizzi & Lazzi: [14] - [13] - [12]

Cavi & Disordine

Voi che rapporto avete con i cavi? Io ne ho angoli e cassetti pieni e disordinati. Per forza di cose, per la loro natura.

Caricabatterie per il cellulare, caricabatterie per il secondo cellulare, caricabatterie per il rasoio elettrico, caricabatterie per il rasoio dei capelli, caricabatterie per il lettore mp3, caricabatterie per ricaricare le batterie stilo per la macchina fotografica digitale, un paio di prolunghe per cuffie, un paio di paia di cuffie (auricolari e non), auricolare per cellulare con filo, un paio di piattine, qualche jack per chitarra, cavi di rete per il pc, cavi d'alimentazione per videoregistratori, prese scart, collegamenti audio/video per console, etc... etc... etc...

Non ho alcuna soluzione al problema se non quello di ri-sistemare periodicamente il tutto. Ma, oltre alla noia di dover rifare da capo ogni qualche mese gli avvolgimenti, oltre alla frustrazione di non trovare una soluzione a un problema fondamentale, oltre al fastidio di dover cercare fra mille cavi (tutti rigorosamente neri) quello che serve al momento partendo dal trasformatore (di cui ci si ricorda immancabilmente la forma, chissà perché!), sono stufo dei grovigli in cui immancabilmente si riducono!

Avranno vita propria durante la notte? Chi inventerà un gadget per risolvere questo problema diventerà ricco. Ne sono sicuro.

Italiani & Provincialismo

Francesca Comenicini (sorella di..., figlia di..., bla bla bla...) ha presentato alla Festa del Cinema di Veltr... ehm... di Roma, il film A casa nostra, con Luca Zingaretti e Valeria Golino.

Il film è stato fischiato. Può succedere. Come dice il saggio (o il pubblicitario) non tutte le ciambelle escono col buco, quindi non stupisce (e non deve stupire) che una pellicola non sia pienamente riuscita.

Ma il punto è un altro. In conferenza stampa è stato chiesto alla regista come mai una romana abbia ambientato un film a Milano. I motivi possono essere molti, primo fra tutti quello che dovendo dare uno spaccato dei rivolti e dei fattacci finanziari contemporanei non vedo quale altra ambientazione italiana si potesse dare. Se poi ci mettiamo che la figura di Berlusconi è neanche troppo velatamente sullo sfondo direi che il cerchio si chiude.

La vogliamo finire? Vogliamo uscire da questo provincialismo tutto italiano? Se sei di Roma non puoi ambientare un film a Milano? Peccato di lesa maestà verso l'SPQR? Forse. Ma forse no. È proprio la nostra poca voglia di metterci in gioco a giocare brutti scherzi. Cineasti di tutto il mondo producono film ambientati ovunque e in qualunque tempo e una regista italiana contemporanea non può ambientare una vicenda contemporanea in una città a poche ore di treno da dove è vissuta? Scherziamo?

Anche la risposta (riformulo) della Comencini, va detto, percorre la stessa, medesima, triste chiusura mentale: Mio padre ha vissuto a Milano, quindi praticamente mi sento milanese d'adozione. E io una volta ho fatto un pic-nic e quindi mi sento un po' un albero...

Inverno & Letargo

Quand’ero piccolo (no, non tutti mi scherzavano...) ero affascinato dal periodo del letargo.


Cresciuto nel periodo in cui ad ogni ora, in tv, era possibile assistere a un documentario sulla vita degli animali (ho come l’impressione, guardando SuperQuark, Ulisse & co., che la mania sia ormai passata di moda), la fase del dormire per mesi fino al primo caldo primaverile era intrigante. Probabilmente la mia morbosa attenzione verso la possibilità di saltare coscientemente l’inverno era dettata dalla disposizione del calendario scolastico (inverno = studio | estate = vacanza), ma anche da un bisogno fisico di dormire il più possibile.


Ma si sa, quando si invecchia il corpo ha bisogno di meno ore di sonno giornaliere... e oggi non sono così ansioso di sprecare nel sonno profondo tanto tempo, rimanendo al contempo indifeso nella mia tana per un intero inverno. Non sempre almeno. Ci sono giorni in cui dalla mia tana non uscirei neanche col fucile puntato...

Apple & Virus

Stavolta pare l’abbiano combinata grossa in quel di Cupertino. Da un comunicato apparso sul sito ufficiale, viene detto che qualche esemplare di iPod (meno dell’1% dei lettori venduti a partire dal 12 settembre 2006) contiene un virus per Windows. Ovviamente questa infezione colpirà solo chi collega il proprio iPod a un computer dotato del sistema operativo Made in Redmond.

Un bello schiaffo per gli amanti della perfezione Apple! Certo è che la faccia tosta non manca proprio, visto che scrivono:
As you might imagine, we are upset at Windows for not being more hardy against such viruses, and even more upset with ourselves for not catching it. ...

che, nella traduzione significa:
... Come potrete immaginare, siamo irritati nei confronti di Windows per non essere stato più duro contro questi virus, e ancor più irritati con noi per non essercene accorti. ...

che, traducendo il concetto in soldoni, significa:
... Abbiamo sbagliato, ma la colpa maggiore è dei nostri concorrenti che non riescono a sconfiggere un virus. L’abbiamo fatto quasi apposta per dimostrare che Windows è un sistema cheprende virus così come noi beviamo caffè a colazione. Ah, gli utenti del nostro sistema operativo (OS X Tiger) sono al sicuro, perché non posso infettarsi con un’infezione programmata per un altro tipo di sistema. Siamo forti, eh?...

Non c’è che dire, complimenti per la coerenza! Vuoi vedere che per i loro stabilimenti di produzione (sì, loro non li hanno più, scrivono Designed by Apple in California, ma il Made in China non manca neanche lì accompagnato dalle solite politiche delle multinazionali) non usano i loro stessi computer, ma dei banalissimi (per loro) computer con installato Windows?

Tradizione & Tecnologia

Abito a pochi chilometri da una zona che ha fatto del vino la sua ragione d’esistere, la Franciacorta. Dopo qualche centinaio d’anni che gli uccelli, i veri nemici che beccano i dolci e zuccherosi acini d’uva, vengono allontanati con dei miseri spaventapasseri, qualcuno ha pensato bene di aggiornare le tecnologie utilizzate: ho visto, in un filare di un giardino privato, dei comuni cd attaccati sballonzolanti alle viti. Ho dedotto che il rifrangersi dei raggi solari crei disturbo agli uccelli attratti dell’uva (e che ormai hanno capito benissimo che quei pupazzi immobili in mezzo ai campi non sono pericolosi).


Ma ho pensato che la tecnica utilizzata potesse prevedere una più sottile applicazione: si attaccano alla pianta dei dischi di Gigi d’Alessio (o chi per lui, dipende dai gusti... dei pennuti) in modo da provocare un’irritazione sulle piume dei volatili al solo immaginare quale musica (!) si nasconda tra i solchi (lo so che parlando dei compact disc il termine non è appropriato) di quel supporto! Una strategia decisamente avanzata...

Giornali & Schieramenti

La stampa in generale (quotidiani, settimanali e periodici in genere) soffre di molti scompensi, di cui credo sia l’ultimo e il meno importante quello che vede le varie testate schierate (o schiacciate) su una posizione ideologica (ben) definita e, spesso, apertamente dichiarata.

Però mi chiedo: che senso ci può essere a leggere un quotidiano (che sia La Padania o Il Manifesto o l’Unità o Libero) di cui si conoscono già i contenuti e come essi vengono presentati? Nella mia provincia, per esempio, il quotidiano locale più diffuso è di proprietà (e direzione) ecclesiastica: ogni volta che si affrontano o emergono all’attenzione dell’opinione pubblica temi etici, so già di cosa e come di essi parlerà l’editoriale d’apertura. Quindi non lo leggo. Fatica sprecata. Conosco già la loro posizione e, al di là che la condivida o meno, non m’interessa sentirla ribadita.

E così è inutile leggere L’Unità dopo le elezioni (ma anche prima...) che hanno visto il centro-sinistra vincitore. E così è inutile leggere Libero il giorno dopo (ma anche prima...) la presentazione della Finanziaria di matrice prodiana. Trovo esilaranti le rassegne stampa mattutine in cui è lampante e stridente questo contrasto nell’interpretazione delle notizie: non mi turba che l’attualità sia interpretata da qualcuno piuttosto che riferita in maniera neutrale, ma mi turba che si tenti sempre di girarla come meglio conviene rispetto alla propria posizione.

Quindi mi chiedo: cosa spinge un lettore coscienzioso ad acquistare un giornale (vale anche per Panorama e l’Espresso, tanto per citare due settimanali) inutile ai fini di una migliore comprensione delle notizie d’attualità? A questo punto tanto vale leggersi i comunicati dell’ANSA e farsene un’opinione personale, che può anche essere completamente errata, ma che almeno non subirà l’influsso vessatorio dell’editore di turno...

Tassa & SUV

Ne hanno parlato tutti, sia al bar che in Parlamento, quindi non potevo farmi sfuggire l'argomento...


La nuova tassa sui SUV, che punisce non solo questa particolare categoria di vetture ma tutte le auto con peso superiore ai 2.600 kg (questa è la lista completa dei mezzi colpiti), la trovo moralmente giusta per svariati motivi:


  • Visto che le nostre finanze sono un po’ disastrate (e non m’importa di chi sia la colpa) mi pare giusto che chi ha più disponibilità economica, e i prezzi di questi modelli non possono mettere in dubbio questo, paghi più tasse sui propri redditi e sui propri mezzi.
  • In città, è inutile strillare continuando a negarlo, i SUV & Co. hanno un impatto devastante sulla vita cittadina, ostruiscono la vista, si muovono goffi nel traffico, occupano spazio prezioso per parcheggi e manovre, sono pericolosi per pedoni e (soprattutto nelle vie a scorrimento veloce) gli altri utenti a quattro e due ruote.
  • Per quanto riguarda l’inquinamento non so che dire: di certo la mia Y10 del 1991 inquina molto, ma percorre anche quasi 20 km con un litro, mentre questi bestioni di 3000/5000cc. di cilindrata non vanno oltre i 10 km/l in moltissime occasioni...
Però, facendo finalmente i due calcoli che nessuno che non sia direttamente colpito non si sogna nemmeno di fare, questa nuova tassazione non è poca cosa. Il totale della sovra-tassa è calcolata in 2 euro per ogni kw dell’auto: non sono pochi, perché una Audi Q7 appena appena non in modello base, ha qualcosa come 257 kw, che equivalgono, quindi, a 514 euro, a cui vanno aggiunti i soldi per il bollo base (calcolabile qui).

Chi spende dai 60.000 euro in su di certo può permetterseli, ma è certo che si è andati con la mano, se non pesante, di certo non leggera...

Pubblicità & Slogan

Le emittenti televisive locali e regionali hanno, da sempre, quel gusto di amatorialità e di incoscienza che le differenzia dalle, alle volte, stantie reti nazionali.


Questo accade sia con i programmi in studio, per forza di cose con meno possibilità economiche alle spalle, con i film e telefilm, spesso vecchie riproposizioni di qualche decina d’anni fa, ma anche, e soprattutto, con gli spot pubblicitari.


Sul network che fa capo (credo), in Lombardia, a TeleLombardia, ma che sempre più spesso è riunito e collegato ad altre emittenti locali sparse sul territorio nazionale (un po’ come faceva il Berlusconi degli inizi che, per aggirare il divieto di trasmettere su tutto il territorio nazionale, confezionava programmi che mandava poi registrati in concomitanza su tutte le sue (o da lui controllate) reti regionali), c’è uno spot che mi sembra palesemente errato.


La ditta che promuove lo spot incriminato, dalle mie deduzioni logiche, perché è di certo una rispettabile realtà commerciale, è la FS Serramenti che, a mio avviso, invece di farsi pubblicità positiva, ingarbuglia le carte con un messaggio non chiaro e, addiritura, sbagliato.


Il protagonista dello spot è (ma perché Rana e Amadori ci avete condannato a questo?), probabilmente, il titolare dell’azienda che, producendo serramenti, desidera sottolineare come i suoi prodotti siano, oltre che belle e prestigiose, sicuri contro i furti. Quindi qual è il claim? FS Serramenti, parola di ladro.


Il senso è ben chiaro (cioè sono serramenti sicuri), ma il fatto che il titolare, o comunque il protagonista dello spot (lo stesso che sul sito è fumettato con Fs... serramenti in piazza) ci parli e poi dica parola di ladro, sembra voler far passare il messaggio che è lui stesso il ladro. E per un commerciante non è il massimo, decisamente...



Quindi, se qualcuno legge queste righe, lo faccia notare all'agenzia pubblicitaria che ha curato lo spot...

Proverbi & Significato

Esistono proverbi e modi di dire che vengono usati (quasi) quotidianamente senza che ci si chieda mai, in realtà, dove situare la loro origine e senza chiedersene mai il significato reale e letterale.


Mi è capitato di usare, giusto un paio di giorni fa, la frase: Non ti considero l’ultima ruota del carro! Modo di dire comune, che mi è uscito dalla bocca con quella sicurezza e padronanza che mai mi sarebbe venuto in mente di mettere in discussione.


Poi mi sono fermato a pensare cosa significasse. E... sorpresa: non significa niente! Nessuno carro si sogna di avere, come ultimo asse, una sola ruota. Parlando di triclici (o di Ape Piaggio) possiamo avere una ruota davanti e due dietro. Mai visto il contrario.


Quindi il modo di dire andrebbe riformulato come: Non ti considero una delle ultime due (o più) ruote del carro! Così il significato letterale è corretto, perdendo però in pregnanza di significato... insomma, un mezzo casino...

Chewingum & Formato

Quando ero giovane, quando ero piccolo (10/15 anni fa), il mercato dei chewingum, indispensabile forestierismo per non scadere in incomprensioni generate dai geosinonimi fioriti in Italia (insomma, facciamo a capirci), era diviso e dominato da due fazioni opposte: opposte per filosofia, per target di riferimento, per appeal, per formato.


I due contendenti erano Brooklyn e Big Babol: istituzionali, nei gusti menta/limone/bianco (non ho mai capito che gusto avessero, se non che sembravano avere gusto di menta anch’esse) e a strisce le prime; gustose (gusto uva... slurp!), rosa, enormi, ma soprattuttopalloncinosissime le avversarie. E odiatissime dalle mamme e dai dentisti e dalle nostre mascelle se masticate in numero superiore a due (ma tutti, nella vita, hanno provato almeno una volta a mettere in bocca un intero pacchetto di Big Babol solo per il gusto di farlo, salvo arrendersi dopo pochi minuti di sforzi sovra-umani).


Oggi, il mondo delle cicche ha visto vincitore indiscusso un terzo incomodo, già presente allora ma relegato in una nicchia snob; un vincitore che non si è imposto per peculiarità intrinsechecaratteristica esteriore: la forma, la forma-confetto. Confetto Vigorsol lo chiamo, proprio perché a questo marchio riconducono i miei ricordi di bambino prima e adolescente poi. Ora tutti i marchi hanno virato questa nuova moda, comprese le gloriose Big Babol (e ora i chewingum farebbero anche bene ai denti, ma questa è un’altra storia...). del prodotto, ma per una


Inscindibile (o quasi, ma di certo ormai preponderante) alla forma-confetto, c’è la forma-pacchetto-scatolina: indubbiamente più comoda e di tendenza, ma decisamente meno fascinosa rispetto alla forma-pacchetto tradizionale (ma che soddisfazione sgusciare una Mentos direttamente in bocca!). Questo packaging ha avuto anche il positivo risvolto di permettere una quantità maggiore di cicche in ogni confezione: mi ricordo benissimo il battage pubblicitario promosso da Brooklyn in occasione del passaggio da 5 a 7 (e poi addirittura a 9) chewingum per pacchetto. Big Babol semper fidelis: 5 succosissimi parallelepipedi rosa per ogni confezione, prendere o lasciare (e all’uscita del rivoluzionario gusto panna & fragola chi avrebbe potuto resistere?).


Certo, stando così le cose, il gesto di offrire una cicca ha perso gran parte del proprio valore, visto che ne abbiamo decine in tasca. Ma se provavate a elemosinare 15 anni fa una preziosa Big Babol a un ragazzino messo con le spalle al muro (e privato di qualsiasi arma), avreste visto che occhioni lucidi...

Bush & Corea

Ho atteso tutta una notte per convincermi di avere sentito bene. Ma non ho avuto la possibilità di seguire alcun altro TG in serata per averne la certezza (spero di aver capito male!). Rimane il fatto che la frase attribuita a George W. Bush, che , ve lo ricordo, è il Presidente della più potente e influente nazione del Pianeta Terra (e non un opinionista de La Pupa e il Secchione), dal TG5 delle 13 di ieri, mi ha lasciato turbato.

Secondo il giornalista, in merito alla tensione creatasi con il governo di Pyongyang a causa dell'annuncio di un probabile prossimo test nucleare militare, il texano della Casa Bianca avrebbe detto:

La Corea del Nord può avere un futuro o può avere queste armi. Non può avere entrambi.

Alzi la mano chi non trova questa uscita di una violenza e prepotenza inaudita. Io sono rimasto letteralmente senza parole, con la forchetta in mano sollevata a mezz'aria; mi sono passato, poco elegantemente, i due mignoli nelle orecchie (un po' come un cartone animato per bambini); ho scosso la testa ripetutamente come dopo una lunga nuotata. Nulla da fare: quella strana sensazione di incomprensione dei reali meccanismi che stanno dietro alla realtà non mi ha abbandonato.

Sindaci & Coerenza

I sindaci delle grandi città si rivoltano contro la Finanziaria che è in atto di definizione alle Camere: troppi, secondo loro, i tagli dei trasferimenti statali. La sopravvivenza delle amministrazioni locali è a rischio. I bilanci comunali sono in allarme rosso. La situazione è disperata: dovranno tagliare o rendere peggiori i servizi erogati dal Comune alla cittadinanza.

Eppure... eppure... Eppure mi pareva (magari sbaglio, eh!) che il leader dell'opposizione avesse promesso, in caso di ri-elezione a capo del Governo, che la sua maggioranza avrebbe tagliato l'ICI.

L'ICI, l'Imposta Comunale sugli Immobili, rappresenta più del 50% delle entrate tributarie di un Comune. Questo, ad esempio, è il bilancio del comune di Modigliana: su un totale di
€ 1.710.095 di entrate tributarie, ben il 59%, cioè più di un milione di euro, è rappresentato dall'ICI. Su un totale di entrate (di qualsiasi tipo) di 4 milione e mezzo di euro, più di un milione di euro proviene dall'ICI! Tassa che ha corso il rischio (per i Comuni) di essere cancellata in caso di diverso esito elettorale.

Non credo che i tagli contenuti nelle indicazioni della finanziaria possano essere di entità maggiore. Se lo fanno, credo sia giusto ribellarsi. Ma in caso contrario, come credo, non pensano, i vari sindaci di Sinistra Cacciari, Chiamparino, Cofferati, Domenici, Emiliano, Iervolino, Pericu e Veltroni et alii, che sarebbe potuta andare molto peggio?

Segnalazioni & Internet [10]

Quand'ero molto piccolo, all'inizio degli anni '80, avevo un televisore Grundig: ingombrante, con lo schermo ricurvo e le finiture esterne in legno (o in color legno, non ricordo). Con due telecomandi con rotella e un lungo cavo presenti sul retro potevo giocare (per ore) a un, per l'epoca, fantastico video-gioco (o tv-gioco), di cui non ricordo però il nome: una sorta di ping pong virtuale fatto con due stanghette, una rossa e una blu, e una pallina bianca. Unico suono, un fastidioso beep monocorde.

Dopo una ventina d'anni, eccone la versione tridimensionale: Curveball. E attenti al Curve Bonus e al Super Curve Bonus, usateli con oculatezza.

Le puntate precedenti di Segnalazioni & Internet: [9] - [8] - [7]

SUV & Incomodi

Il disagio di sentirsi fuori posto, fuori luogo, fuori contesto. Non è accaduto a me, ma al (felice?) possessore di un SUV che ho visto sfigurare in maniera indecente di fronte alla coppia di fanciulle che aveva a bordo (che sono, in fondo in fondo, il motivo per il quale il suddetto automezzo è stato acquistato).

Risiedo spesso a Milano, di fronte a un grande parcheggio, quasi sempre miseramente vuoto e inutilizzato. Ma nel fine settimana, grazie al pub vicino, il piazzalone di cemento prende vita, riempendo di auto la zona. Malgrado l’ampia disponibilità di spazio regolamentare, da bravi italiani, prima di sistemarsi negli appositi spazi, si riempono le strade vicine, con le auto addossate in maniera indicibile ai marciapiede, agli incroci e alla carreggiata... cosa non si fa pur di evitare due passi a piedi! (Quindi gli sfigati sono quelli che utilizzano i (facendo un conto a spanne) 200 posti auto contrassegnati. Siamo forti, vero?).

Poiché il parcheggio rimane quasi sempre vuoto, sono stati installati dei cancelli che delimitano in altezza il passaggio degli automezzi, così che il posto non diventi meta e residenza di comitive di nomadi. Immagino si sia già capito: il SUV (Sport Utility Vehicle!) non passava sotto queste barriere. Il proprietario ha formato una colonna strombazzante perché, non cedendo di fronte all’evidenza, è sceso per verificare se effettivamente al suo tecnologico mostro a quattro ruote davvero fosse impedito l’ingresso nei comodi parcheggi. Non passava. Così ha mestamente fatto scendere le signorine al seguito sul marciapiede chiedendo (quasi supplichevole) di attenderlo mentre lui avrebbe cercato un posto (quasi certamente molto lontano). Figura meschina per chi avrebbe voluto bullarsi del proprio mezzo.

È inutile negarlo: queste moderne carrozze motorizzate (perché a queste assomigliano) non sono fatte per la città. Paiono tonni in un acquario casalingo. Fanno fatica a compiere qualsiasi manovra che non sia più che consueta. Disturbano la visuale posteriore di chi li precede e quella anteriore di chi li segue. Tralascio volutamente i dati sull’inquinamento atmosferico e acustico.

La mia non è invidia spicciola. E non sono neppure ipocrita. Invidio la loro disponibilità economica, ma se avessi quei soldi (53.000€ più altri per gli optional per un Audi Q7), mi comprerei una BMW Z4. E mi avanzano i soldi per le vacanze di un quinquennio (tanto ci vado in aereo/nave) in vacanza, non di certo con l’auto!

Pausa & Riflessione

Questo blog si è preso una pausa di riflessione di qualche giorno. Una settimana (coincisa con la mia assenza per una breve vacanza) in cui ho cercato di capire le motivazioni reali che spingono una persona (me stesso in questo caso, ma visto il proliferare di iniziative simili sono certo di non essere un caso isolato) a dedicare qualche minuto al giorno per un’attività apparentemente senza senso.

A che giova scrivere un blog personale generalista? Quasi certamente a niente, ed è per questo che ho pensato che fosse ora di chiudere la baracca dopo un esperimento durato poco meno di un anno. Un’altra soluzione affacciatasimi alla mente sarebbe stata quella di puntare a una specializzazione dell’argomento trattato, ma in questo modo avrei perso lo spirito libero (e critico) per il quale ho deciso di iniziare quest’avventura.

Eppure qualcosa mi spinge a continuare.

Sono giunto alla conclusione (magari errata, ma come posso saperlo?) che la scrittura dei propri pensieri aiuti in qualche modo ad articolarli meglio. E lo ritengo importante. Una sorte di auto-maieutica indispensabile che mi permette di fermarmi un attimo a ragionare, inquadrare, contestualizzare e capire (illuso!) le piccole incongruenze della vita, che mi si presentano affollate, confuse, disciolte e diluite tra le mille voci differenti dei mezzi di comunicazione che ogni giorno mi bombardano senza sosta (metafora abusata, ne convengo): e-mail, navigazione in rete, radio, giornali (gratuiti e non), televisione, manifesti pubblicitari, comportamenti di chi mi circonda, etc... Una grande confusione di dati e brandelli di notizie che non portano da nessuna parte se non a una generica conoscenza dei fatti della vita di tutti i giorni.

Quindi riparto, con rinnovato entusiasmo e con l’intenzione di curare più attentamente la forma e l’articolazione del discorso. Se fino ad oggi, infatti, ho scritto di getto e pubblicato senza mai rileggere o modificare quello che usciva dalle dita (quasi animato da un proprio spirito), d’ora in avanti cercherò di effettuare un più metodico controllo sui miei scritti che, in fondo (molto in fondo), mi rappresentano di fronte agli occhi del mondo.